L’ectropion della palpebra è una malposizione palpebrale caratterizzata da una rotazione verso l’esterno del bordo palpebrale. Può verificarsi sia a carico della palpebra superiore che di quella inferiore; tuttavia, quello della palpebra superiore è molto raro ed è sempre legato a condizioni o patologie ben specifiche. Al contrario, l’ectropion della palpebra inferiore è molto più frequente.
L’ectropion della palpebra inferiore può essere involutivo o senile, congenito, paralitico (secondario a paralisi del VII nervo cranico), cicatriziale o meccanico. La forma di ectropion involutiva o senile, legata quindi all’età, è di gran lunga quella più frequente.
La causa dell’ectropion palpebrale senile va ricercata in 3 diverse condizioni che si verificano con l’avanzare dell’età:
Poiché lo scopo delle palpebre è principalmente quello di protezione dell’occhio, in caso di ectropion, la rotazione all’esterno del bordo della palpebra fa sì che la parte inferiore dell’occhio non sia più protetta e risulti così esposta all’aria. Questo porta a BRUCIORE, ARROSSAMENTO, FASTIDIO, SECREZIONE e LACRIMAZIONE riflessa dovuta allo stato irritativo.
Inoltre, essendo l’interno della palpebra rivestito da congiuntiva, il contatto di quest’ultima con l’esterno invece che con l’occhio, ne determina l’irritazione, l’arrossamento e l’ispessimento con conseguente danno sia estetico che, soprattutto, funzionale.
La palpebra inferiore inoltre contiene, nella porzione nasale, il puntino lacrimale che costituisce il primo tratto delle vie lacrimali, il cui scopo è quello di drenare le lacrime che vengono ininterrottamente prodotte per tenere l’occhio costantemente lubrificato; nel momento in cui la palpebra ruota all’esterno, il puntino si stacca dalla superficie dell’occhio e non è più in grado di "pescare" le lacrime, con conseguente lacrimazione che andrà a sommarsi a quella riflessa dovuta all’irritazione dell’occhio esposto.
Infine, l’infiammazione della congiuntiva che riveste sia l’occhio che la palpebra, può favorire la proliferazione dei batteri con conseguenti congiuntiviti batteriche che vanno ad aumentare la secrezione mucosa dovuta all’irritazione.
L’utilizzo di colliri lubrificanti, cortisonici o antinfiammatori, spesso prescritti dallo stesso oculista, ha lo scopo di alleviare i sintomi legati all’irritazione, ma purtroppo non serve a risolvere il problema dell’esposizione dell’occhio che purtroppo persiste.
Allo stesso modo, l’utilizzo di colliri antibiotici serve nel momento in cui l’esposizione e l’irritazione portano alla proliferazione batterica, ma nemmeno questa terapia è risolutiva. Purtroppo, l’unica soluzione all’ectropion palpebrale consiste nell’intervento chirurgico.
Fortunatamente, l’intervento di correzione dell’ectropion, se affidato a mani esperte, corregge definitivamente il problema. L’intervento si svolge in anestesia locale, è ambulatoriale (viene effettuato in una vera e propria sala operatoria ma non richiede alcun ricovero ospedaliero) e dura circa 30 minuti.
Lo scopo dell’intervento è quello di correggere la lassità della palpebra, accorciandola e reinserendola saldamente alle strutture ossee. Molto spesso questa manovra è sufficiente a riposizionare tutta la palpebra; tuttavia, quando la parte nasale risulta particolarmente ruotata all’esterno rispetto alle restanti porzioni, a questa tecnica viene aggiunta l’asportazione di una losanga di congiuntiva nella parte nasale della palpebra proprio sotto al puntino lacrimale, con lo scopo di riaccollare il puntino stesso all’occhio così da ripristinare il corretto drenaggio delle lacrime.
Purtroppo l’ectropion è una patologia che non si risolve spontaneamente anzi, con l’avanzare dell’età e il maggior rilassamento dei tessuti, tende a peggiorare e con esso i sintomi che determina.
L’atteggiamento più prudente è quello di chiedere consiglio al proprio specialista di fiducia: finché le conseguenze dell’ectropion sono solo ed esclusivamente estetiche o determinano lacrimazione e lieve fastidio, il paziente può decidere di aspettare mantenendosi in stretto controllo; qualora, al contrario, fossero evidenziabili dallo specialista segni di sofferenza del bulbo oculare e soprattutto della cornea, l’indicazione è chirurgica.
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