Tutti i bambini dovrebbero essere visitati dall’oculista all’età di 1
anno, 3 anni e 6 anni (vedi oculistica e bambini).
Agli adulti vengono
consigliati solitamente controlli annuali; tuttavia, in assenza di
problematiche di qualsiasi tipo, i controlli possono avvenire anche ogni 2-3
anni.
L’ottico non è un medico; può misurare la vista e in alcuni casi, quando è scrupoloso ed esperto, può ipotizzare la presenza di problemi che impediscano la visione ottimale con la migliore correzione, ma non è in grado di formulare alcuna diagnosi di certezza e, proprio in quanto non medico, non può somministrare alcun farmaco nemmeno sotto forma di collirio, tra cui quello per dilatare la pupilla, indispensabile per il corretto e completo esame della retina.
La competenza dell’ottico si esaurisce nella valutazione della capacità visiva e nella determinazione della migliore correzione con la quale raggiungere la miglior qualità visiva; tuttavia, di fronte a qualsiasi impedimento in questo senso, interviene il medico oculista. Anche in caso di visione ottimale inoltre, possono esistere vizi refrattivi (come l’ipermetropia soprattutto nei bambini) che vengono compensati dal paziente che è così in grado di raggiungere la migliore capacità visiva, al prezzo di uno sforzo accomodativo che può provocare affaticamento e cefalea.
Sono quindi caldamente consigliati un inquadramento dall'oculista e delle visite periodiche atte ad accertare la buona salute di occhio, annessi e sistema visivo nel complesso, che possono essere intervallati da semplici controlli della vista che sono possibili anche nei negozi di ottica.
L’utilizzo prolungato del computer può senza dubbio determinare affaticamento visivo e comparsa di disturbi quali lacrimazione, bruciore e sensazione di corpo estraneo; questo si verifica principalmente perché la soglia di attenzione di fronte ad un monitor è aumentata e questo riduce la frequenza dell’ammiccamento, ovvero riduce il numero di volte in cui, involontariamente, apriamo e chiudiamo le palpebre; questo fa sì che il film lacrimale venga distribuito meno e meno uniformemente sulla superficie oculare; la cornea si trova così scoperta ed asciutta ed, essendo molto innervata, lancia segnali al cervello che vengono tradotti sotto forma appunto di bruciore, lacrimazione, offuscamento, sensazione di corpo estraneo.
La visita dall’oculista è senza dubbio utile innanzitutto a verificare se la correzione dell’occhiale in uso è adeguata oppure se è necessaria correzione qualora non utilizzata, ed inoltre può verificare lo stato di salute della superficie oculare.
Tale condizione potrebbe essere espressione di un piccolo epitelioma, ovvero un tumore della pelle che, se non asportato completamente, può crescere sia esternamente che profondamente in modo progressivo. È necessario sottoporsi ad una visita oculistica per accertarsi della natura della neoformazione.
La visita oculistica inizia sempre con la determinazione della capacità visiva e dell’eventuale correzione necessaria per ottenere la miglior visione possibile, sia per lontano che per vicino.
Successivamente viene effettuato l’esame alla lampada a fessura del segmento anteriore dell’occhio (cornea, congiuntiva, camera anteriore e cristallino) e degli annessi (palpebre, orbita, vie lacrimali); vengono valutati i riflessi pupillari; se necessario viene indagata la visione dei colori e la funzione stereoscopica.
Si indaga la motilità oculare e la capacità di convergenza.
Successivamente si misura la pressione intraoculare per applanazione (sistema più preciso ed accurato rispetto alla misurazione tramite soffio) dopo somministrazione di collirio anestetico;
L’ultima fase consiste nell’istillazione di collirio midriatico che dilata la pupilla e consente il completo ed accurato esame del fondo oculare (o fundus oculi) che avviene tramite una lente speciale che viene posizionata davanti all’occhio del paziente; con il fundus oculi è possibile vedere la retina, sia centrale (macula) che periferica; i vasi (si possono evidenziare segni caratteristici di ipertensione arteriosa); il nervo ottico.
In caso di riscontro di problemi a carico di una o più componenti del sistema visivo, l’oculista può ritenere necessaria l’esecuzione di altri esami o procedure che possono essere fattibili direttamente in studio oppure possono rendere necessaria una struttura ospedaliera.
La visione sfuocata in condizioni di scarsa illuminazione può essere segno di un vizio refrattivo mal corretto o non corretto, oppure del venir meno della capacità di compensare un difetto che abbiamo sempre avuto ma che fino a poco tempo fa non dava alcun problema. In casi estremamente più rari, la riduzione della capacità visiva al buio può essere causata da malattie degenerative della retina periferica.
L’indicazione ad un intervento di chirurgia refrattiva e la scelta del tipo di intervento dipendono da moltissimi fattori che vanno dall’età del paziente, al risultato di tutta una serie di esami ai quali è necessario sottoporsi proprio per accertare che l’occhio sia in grado di essere operato e soprattutto quale sia l’intervento più adatto per quell’occhio e per quel problema refrattivo.
Ogni paziente ed ogni caso va quindi valutato attentamente e singolarmente; in mani esperte e con una buona selezione dei pazienti è infatti possibile ridurre notevolmente i rischi di complicanze legati a questo tipo di interventi.
Solitamente l’intervento è definitivo; è necessario però che il difetto refrattivo sia stabile; altrimenti con buona probabilità il risultato sarà parziale e necessiterà di revisione.
Esiste ancora una casistica molto scarsa a riguardo.
Non esistono, in assoluto, procedure chirurgiche che siano completamente esenti da rischi di complicanze; la scelta di sottoporsi o meno ad intervento di chirurgia refrattiva è dunque strettamente legata alle motivazioni del singolo paziente, così come accade per tutti gli interventi la cui indicazione non sia assoluta (interventi salvavita). Detto questo, una scrupolosa valutazione preoperatoria e l’affidarsi a strutture altamente specializzate, riduce notevolmente il rischio di complicanze.
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