Ptosi palpebrale

Ptosi palpebrale - Che cos’è la ptosi, cause, diagnosi, cure

Che cos’è la ptosi palpebrale

Si definisce ptosi palpebrale l’abbassamento di una o entrambe le palpebre superiori.

Può essere completa, quando l’occhio è chiuso o incompleta quando è conservata ancorché ridotta l’apertura delle palpebre; può essere simmetrica o, più frequentemente, asimmetrica, variando il grado di severità. Il trattamento della ptosi della palpebra superiore è pressoché solo ed esclusivamente chirurgico.

Classificazione: quanti tipi di ptosi palpebrali esistono?

La ptosi palpebrale può essere di vari tipi: congenita, miogenica, neurogena, aponeurotica, meccanica, pseudoptosi.

Gestione del paziente affetto da ptosi: che cosa valuta l’oculista

Fondamentali per l’inquadramento del paziente affetto da ptosi della palpebra superiore sono un'accurata anamnesi ed un attento esame clinico del paziente.

Nel corso dell’anamnesi è fondamentale capire:

Con la valutazione clinica, l’oculista descrive la ptosi

Pianificazione dell’intervento chirurgico: quanti tipi di interventi chirurgici esistono per la correzione della ptosi palpebrale?

Esistono fondamentalmente 3 tipi di interventi chirurgici per la correzione della ptosi della palpebra superiore:

  1. Plicatura o reinserzione dell’aponeurosi del muscolo elevatore della palpebra superiore: si riserva a tutti i casi in cui la funzione del muscolo elevatore della palpebra superiore sia buona (maggiore di 6-10 mm) ed il test della fenilefrina risulti negativo;
  2. Sospensione della palpebra al muscolo frontale: viene effettuato nei casi in cui la funzione del muscolo elevatore della palpebra superiore sia bassa (inferiore a 6-10 mm), ed è frequentemente il caso delle ptosi congenite in cui la ptosi è secondaria ad un quadro malformativo della palpebra;
  3. Mullerectomia: quando il test della fenilefrina ha esito positivo.

Il primo tipo di intervento, cioè la plicatura/reinserzione dell’aponeurosi del muscolo elevatore della palpebra superiore, è di gran lunga quello che viene effettuato più frequentemente ed è quello che verrà descritto.

Plicatura o reinserzione dell’aponeurosi del muscolo elevatore della palpebra superiore: cosa fa il chirurgo

Durata dell’intervento chirurgico

L’intervento ha una durata variabile che dipende sostanzialmente dal tempo che il chirurgo impiega ad ottenere il livello ed il contorno palpebrale desiderato e, ovviamente, dal fatto che l’occhio da operare sia uno oppure siano entrambi.

Quando l’intervento termina, il livello ed il contorno palpebrali sono quelli desiderati; i meccanismi di guarigione ed assestamento dei tessuti possono, tuttavia, modificare il risultato dell’immediato postoperatorio, rendendo necessario, a volte, il ritocco chirurgico a distanza di qualche mese, tempo necessario per la valutazione del vero risultato postoperatorio una volta risolto completamente il gonfiore secondario all’atto chirurgico.

Decorso postoperatorio:

cosa deve fare il paziente dopo l’intervento di plicatura dell’aponeurosi del muscolo elevatore della palpebra superiore?
 

Il paziente esce dalla sala operatoria con una sutura (spesso continua) sulla cute della palpebra superiore, a livello della piega palpebrale superiore; dovrà applicare una pomata oftalmica a base di antibiotico 4 volte al giorno sulla ferita fino al successivo controllo che avverrà a distanza di 7-10 giorni per la rimozione della sutura cutanea.

Viene consigliato un bendaggio notturno fino al primo controllo per evitare eventuali sfregamenti involontari durante il sonno che possano danneggiare la sutura e far riaprire la ferita cutanea; il bendaggio durante il giorno è consigliato solo il giorno stesso dell’intervento con il ghiaccio per limitare la formazione di edema postchirurgico ed accelerare la guarigione.

    

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